L’importanza del sito web tradotto in più lingue

Dalla recente inchiesta Eurobarometro è emerso che la maggior parte degli internauti europei preferisce consultare i siti web nella propria lingua ma spesso le pagine richieste non sono tradotte in una lingua comprensibile e quasi la metà di loro utilizza l’inglese per fruire contenuti in rete in una lingua diversa dalla propria.

Fabrice Lanfrey, Responsabile Marketing di Citi Traduzioni Soc. Coop., ci spiega l’importanza di avere il proprio sito tradotto in più lingue e i conseguenti vantaggi in termini di visibilità, mettendo a confronto le tendenze europee.

“L’ultima inchiesta paneuropea Eurobarometro, pubblicata a maggio 2011, rivela che sul web il 90% degli internauti europei preferisce consultare siti web nella propria lingua mentre il 55% usa una lingua diversa almeno occasionalmente. Il 44% dei navigatori europei ritiene tuttavia di non reperire le informazioni ricercate perché le pagine web non sono in una lingua comprensibile, mentre solo il 18% effettua acquisti online in una lingua straniera. I risultati sottolineano l’esigenza di avere il proprio sito tradotto, in modo che i probabili acquirenti/internauti europei ma anche mondiali non siano ostacolati nel reperimento di informazioni o prodotti online perché non posseggono le competenze linguistiche necessarie.

Il sondaggio conferma infine che l’inglese è la lingua più usata quando si tratta di leggere e fruire di contenuti in rete in una lingua diversa dalla propria: nell’UE quasi la metà degli internauti, ossia il 48%, usa l’inglese almeno occasionalmente, mentre lo spagnolo, il tedesco e il francese sarebbero utilizzati dal 4-6% degli utenti.
L’Italia è sicuramente, tra i Paesi europei, uno degli ultimi come utilizzatore di Internet per acquistare o vendere. Non solo siamo diffidenti e timorosi di questo nuovo media, ma anche poco propensi all’uso della carta di credito e del Web per acquistare, fare pubblicità o comunicare. Preferiamo la competizione diretta, reale e non “virtuale”. Negli altri Paesi non è cosi, come evidenziano statistiche e tendenze di mercato”.

Quali riflessi in termini di visibilità aziendale?

“Immaginiamo – spiega Lanfrey –  di dover tradurre il sito di un’azienda produttrice di macchine e prodotti destinati all’esportazione, in lingua Inglese e in lingua Francese. La prima lingua perché diffusa mondialmente, la seconda perché il mercato di riferimento dell’azienda è la Francia.
Da un giorno all’altro l’Azienda è diventata visibile non solo in due Paesi, ma nel mondo intero! Bastano poche righe di presentazione, alcune fotografie o disegni delle produzioni più significative, per avere una vetrina internazionale; e così probabili procacciatori-acquirenti, ad Ankara o Montevideo, possono vedere l’azienda e i suoi prodotti.
Una visibilità del genere non la dà neanche la TV, perché richiederebbe una presenza simultanea su innumerevoli canali e con una certa frequenza: impensabile con i costi attuali!
Internet, la cosiddetta rete WEB, gigantesca “ragnatela” mondiale di computer, ci dà questa straordinaria opportunità.
Ne vediamo però anche i limiti: milioni di aziende pubblicano il loro sito su Internet e forse centinaia o migliaia di queste producono prodotti, attrezzature, utensili o macchine simili ai nostri. Ma l’Italia sa creare con eleganza, estro e fantasia, qualità che tutto il mondo ci invidia. Allora cosa aspettiamo a pubblicare un sito in un’altra lingua?
Il costo del servizio non è molto diverso da una traduzione tecnica, richiede solo il coinvolgimento di professionalità specifiche. Oggi i traduttori sanno che devono affrontare pagine nel linguaggio Html e dialogare con disegnatori e progettisti di siti”.

Che ruolo ha il traduttore professionista?

“Un ruolo di primo piano – risponde Lanfrey. Il traduttore professionista non si accontenta di restituire il testo del sito nella propria lingua madre, ma deve anche adeguare lo stile al lettore che leggerà la pagina Web nel proprio Paese. Questo adattamento viene chiamato “localizzazione”. Localizzare significa qui rendere “locale”, per fare comprendere con immediatezza quello che è visualizzato sullo schermo. Un esempio: sul nostro video appare “Scelta del browser” il francese invece vede “Choix du navigateur”. La parola “Browser” è stata “localizzata”.

La traduzione del sito diventa dunque una questione culturale. Deve essere obbligatoriamente un madrelingua che traduce il sito e per di più un professionista che ha una buona conoscenza della lingua italiana.
Mediante programmi di traduzione assistita, che aprono direttamente le pagine sviluppate nel linguaggio html, il traduttore potrà visualizzare solo il testo senza modificare il codice della pagina. In questo modo il cliente avrà la certezza che i traduttori non modificheranno la struttura della pagina e il responsabile del sito potrà dare utili informazioni al traduttore sui vari “link” presenti.

Una raccomandazione – conclude Lanfrey – va tuttavia fatta all’Azienda: fate verificare le pagine del sito ai vostri agenti o distributori esteri prima della pubblicazione on-line. Non dobbiamo temere di perdere qualche ora per la qualità della comunicazione.
La chiave del successo non si baserà così solo sul nostro prodotto, che è sicuramente unico, ma sarà confortata da un sito con le “carte” in regola”.

By |3 Settembre 2011|