Export vino italiano: anno record per la vendita di vini all’estero.
Il 2017 conferma l’ Italia la migliore tra i paesi esportatori di vino all’estero, davanti ai cugini francesi, registrando un incremento dell’ export di vino del 7% rispetto all’anno scorso, raggiungendo i 6 miliardi di euro.
Quali sono i numeri del vino in Italia?
Il bicchiere di vino made in Italy continua ad andare forte oltre i confini, secondo i dati export sul vino italiano nel 2017, tutti i maggiori importatori di vino nostrano hanno registrato un incremento degli acquisti rispetto al 2016. Al terzo posto troviamo la Gran Bretagna con il tasso di crescita più alto (+8%), a ridosso del primo c è la Germania (+3%), mentre i principale importatori sono gli Stati Uniti che rispetto al 2016 hanno aumentato le importazioni del 4%.
L’ esportazione di vini italiani è da sempre un punto forte dell’economia del bel paese, con i 40 M di ettari impiegati per la loro produzione. Coldiretti precisa che di questi 40 per oltre il 40% sono destinati ai 332 vini DOC e ai 73 vini DOCG, il 30% ai 118 vini IGT e il restante 30% ai vini da tavola.
Tra i prodotti che hanno avuto la meglio quest anno troviamo le bollicine, con un incremento delle vendite del 15% rispetto all’anno precedente.Le previsioni per il futuro sono più che rosee, l’export di vino nel 2017 ha registrato un aumento notevole delle vendite in Russia (+47%) e la cina (25%) che si afferma sempre di più partner commerciale con l’Italia con il progetto Absolute Italy Lifestyle.Il vino italiano invaderà i media cinesi grazie a questo progetto targato Taste Italy e Shanghai Morning Post, il principale media della città di Shanghai. Con Absolute Italy lifestyle l’obiettivo è quello di far conoscere il lifestyle italiano, partendo dal food&beverage,. L’obiettivo dichiarato è quello di diffondere il made in italy attraverso formazioni, comunicazioni di massa e progetti e-commerce.
Quali sono le previsioni per il 2018?
Sempre uno studio della Coldiretti segnala una dato negativo per l’anno che verrà. La vendemmia del 2017 è stata tra le più precoci e scarse del dopoguerra, e questo porterà una dimunizione del 26% della produzione di vini: addio quindi a una bottiglia su quattro rispetto al 2017.