Le sedici regole del traduttore, per una traduzione di qualità

Prima di scrivere, redattori tecnici, autori di manuali, responsabili commerciali, marketing e via dicendo dovrebbero seguire alcune regole essenziali.
Riportiamo quelle di Beppe Severgnini, la ben nota firma del Corriere della Sera, spiritosamente enunciate nella conferenza ai traduttori della Commissione Europea.

 Sedici regole

1. Avere qualcosa da dire

2. Dirlo

3. Dirlo brevemente

4. Non ridirlo (semmai, rileggerlo)

5. Dirlo chiaro

6. Dirlo subito

7. Dirlo in modo interessante

8. Dirlo in italiano (è più trendy, baby)

9. Non calpestare i congiuntivi

10. Non gettare oggettive dal finestrino

11. Spegnere gli aggettivi, possono causare interferenze

12. In caso di nebbia, evitare i puntini sulla strada

13. Non dare da mangiare alle maiuscole

14.  Slacciare le metafore di sicurezza

15. In vista dell’esclamazione, rallentare (della citazione, pure)

16. Evitare i colpi di sonno verbale.

Perchè noi traduttori teniamo tanto alla qualità dello scritto? Semplice. Più il testo è conciso, chiaro e comprensibile, senza ridondanze o inutili lungaggini, più il traduttore riuscirà ad essere preciso nella propria lingua.
Unrileggono i testi prima della pubblicazione. Lasciate passare qualche tempo (mezza giornata, meglio una giornata intera) prima di rileggervi. La qualità ne guadagnerà, perché a “mente fredda” si trova il modo migliore per esprimersi.

Detto questo passiamo ai nostri affari.
Verso che Paese devo rivolgermi per la mia attività?
Oggi gli economisti internazionali hanno creato un nuovo acronimo. Non più BRICS (Brasile, Russia, Cina e Sud Africa), ma MINT, che nella lingua inglese è anche una parola che significa il luogo dove si conia la moneta (ossia la nostra zecca) o qualcosa di nuovissimo. Anche in italiano del resto si dice “nuovo di zecca”.
MINT designa Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia, i paesi più promettenti.

By |19 Aprile 2014|